Zanzare & co. Disastro eco-energetico

Zanzare: catastrofe eco-energetica. Metodi ecologici per combatterle

Risanamento Energetico ha ritenuto di doversi occupare di questa tematica, con particolare riferimento alla nuova e sgradita presenza della zanzara tigre, non solo per le migliaia di tonnellate di insetticidi, e altre sostanze, immessi nell’ambiente ogni anno, ma anche per il suo impatto energetico. Uno dei danni maggiori di questo flagello di insetto, è il suo impatto sulle abitudini di vita delle persone: è infatti sempre più spesso impossibile godersi un poco di fresco all’aperto, e, bambini ed anziani, sono spesso impossibilitati a frequentare spazi verdi e aperti. Ci si chiude spesso al coperto, facendo un uso maggiore del condizionamento, anche di notte, quando si mantengono le finestre chiuse. In una casa ben isolata, basterebbe poter spalancare le finestre la notte e chiuderle di giorno per avere una casa fresca tutta la giornata, minimizzando o addirittura azzerando, l’uso del climatizzatore.

Diverse specie di zanzara

Zanzara Tigre (Aedes Albopictus)

Zanzara Tigre (Aedes Albopictus)

E’ fondamentale fare un distinguo, perché le zanzare non sono tutte uguali: nei primi anni ’90, è apparsa in Italia la “zanzara tigre” (Aedes Albopictus), affiancandosi alla “zanzara comune” (Culex Pipiens) e ad altre specie nostrane. Da allora la zanzara tigre ha iniziato la colonizzazione della nostra penisola. Alcune regioni ne sono ancora indenni. Si tratta di una zanzara estremamente aggressiva ed è ai primi posti nella classifica fra gli organismi più invasivi al mondo.  Il distinguo è stato necessario perché si tratta di 2 organismi ben diversi, anche se entrambi sono definiti “zanzara”.
Tra le differenze, la più evidente è che la zanzara tigre è attiva solo di giorno (mattino e pomeriggio), mentre la nostrana solo la sera ne la notte. Questo è uno dei motivi per i quali, nelle zone già colonizzate, spesso gli spazi verdi sono quasi invivibili. L’attacco della zanzara tigre è repentino, l’insetto si lancia letteralmente contro la vittima, privilegiando le zone basse, ad esempio le caviglie, visto che vola di preferenza radente al suolo. A differenza del lento volo della zanzara nostrana, il volo della zanzara tigre è veloce ed imprevedibile, ed è difficilissimo intercettarla. La zanzara tigre può essere vettore di diverse malattie infettive anche gravi (ad esempio il Dengue), anche se in Italia, almeno per il momento, non sembra costituire un pericolo in questo senso.

La lotta
Ci sono diversi modi per combattere questo parassita. Alcuni sono estremamente semplici ed economici. In questo caso, l’ignoranza è la prima responsabile del proliferare incontrollato di questo insetto. Anche qui, c’è poco da sapere, ma c’è molto che si può fare. La lotta del singolo dà risultati spesso anche ottimi, almeno quanto basta per potersi finalmente riappropriare dei propri spazi. La zanzara tigre è un insetto stanziale, percorre, nella sua vita poche decine di metri, spesso meno di 200 metri, e una volta bonificati i propri spazi è facile avere una piccola zona “franca”.
Per vincere questa guerra, invece, occorre che la sensibilizzazione sia generale.
Risanamento Energetico vi propone un piano di attacco fuori dal coro, con tecniche innovative, ecologiche ed integrabili fra loro.

Prima di elencare quello che si può fare, è necessario saperne un po’ di più su questo insetto.
Le zanzare sono insetti che si cibano di vegetali, suggendone la linfa. Passano la loro vita tra la vegetazione, e hanno bisogno di fresco e umidità, perché il caldo le ucciderebbe.
Dopo l’accoppiamento, però, la femmina di molte specie (non tutte) ha bisogno di sangue per portare a maturazione le uova. E’ per questo che essa va a cercare un “donatore” (preferisce i mammiferi ma, se necessario, punge anche gli uccelli). Una volta fatto il pasto di sangue,  la zanzara va in cerca di acqua, assolutamente necessaria per la vita e lo sviluppo delle larve, dove depone tra le 40 e le 80 uova. Questo avviene ogni 3 o 5 giorni, nei periodi più favorevoli.  Una zanzara  vive  mediamente un mese e, in questo periodo, depone mediamente 500 uova. La zanzara tigre, a differenza della comune, per deporre le uova predilige piccolissimi ristagni d’acqua (nei luoghi di origine sono piccole cavità in alberi, nella roccia, etc.), ristagni cioè che non possono ospitare i suoi predatori naturali, e questo ha facilitato ancora di più la sua diffusione non solo nelle zone di origine, ma anche nei nostri luoghi.
Le uova vengono deposte sul pelo dell’acqua o appena sopra. Da queste nascono piccole larve, che tra i 6 e i 15 giorni dopo, attraverso 4 diversi stadi di sviluppo, danno vita ad un nuovo insetto, il quale sarà pronto ad accoppiarsi a sua volta già 2 giorni dopo. In condizioni favorevoli, una sola zanzara può essere l’origine di milioni di altri insetti in una sola stagione. Provate a fare il conto da voi, con i numeri sopra forniti, è impressionante!

Larve di zanzara

Larve di zanzara

Larve di zanzara

Partendo dalla biologia di questo insetto, è possibile allora studiare una strategia mirata, che non prevede solo la lotta agli adulti con insetticidi, ma una lotta, ben più efficace, a tutti i livelli!
Come si vedrà, conviene privilegiare la prevenzione, ed è molto importante, in questo caso, la cooperazione dei vicini. Coinvolgeteli!
Risanamento Energetico promuove la prevenzione ben fatta: più efficace, decisamente meno costosa, e molto meno dannosa per ambiente e salute. Da sola costituisce almeno un 80% dei risultati: a che serve uccidere solo gli adulti quando c’è nelle vicinanze un focolaio riproduttivo che sforna una moltitudine di zanzare ogni giorno?
Nello specchio qui sotto una descrizione delle varie metodologie. Semplici e pulite, si, ma efficaci!

LOTTA ALLE ZANZARE: FASI POSSIBILI (vedere in seguito per i dettagli)
1 - Ambiente ostileL'ambiente deve essere ostile, e non solo per quei pochi adulti che capitano a tiro, ma per tutti i parassiti a tutti i livelli. La prima cosa da fare è "terra bruciata" per i luoghi riproduttivi:
Eliminare i ristagni d'acqua, anche quelli più piccoli.
Nei sottovasi è possibile, invece, mettere della sabbia, che impedisce l'insediamento delle larve e, oltretutto, conserva l'acqua.
Negli spazi di acqua più ampi, in alternativa o in aggiunta al larvicida, è possibile mettere dei pesci rossi, delle gambusie o altro.
Spazi esterni puliti ed ordinati, erba tenuta corta e vegetazione curata riducono l'ospitalità dei luoghi, ma il fattore primario resta l'acqua... (segue sotto)
2 - Lotta alle uovaUn sistema semplicissimo e a costo zero, è l'intercettare la deposizione delle uova per poi distruggerle. Soprattutto se non ci sono altri ristagni, questa strategia intercetta gran parte delle deposizioni. E' specifica per la zanzara tigre. E' diretta all’inizio della catena riproduttiva, e può essere molto più efficace della lotta agli adulti. Andrebbe cominciata ad inizio stagione. Servono solo dei piccoli recipienti da riempire per 3/4 di acqua e poi porre in terra, svuotandoli IN TERRA AL MASSIMO ogni 5 giorni, se del tipo più semplice.
La zanzara viene attratta dall’acqua stagnante e, giunta sulla trappola, deposita le uova. Svuotando il recipiente in terra, all’asciutto, le larve della zanzara muoiono... (segue sotto)
Cliccare qui per il file pdf dettagliato: Ovitrappola
3 - Lotta alle larveNei luoghi dove non è possibile prosciugare l'acqua almeno ogni 5 giorni, è possibile intervenire con successo distruggendo le larve ivi presenti.
Questo è il trattamento necessario per i tombini, caditoie, etc.
E' un trattamento semplice ed efficacissimo. Se non ci sono altri ristagni d'acqua non bonificati, nelle vicinanze, il risultato è eccellente!
Il trattamento è possibile con larvicidi, ma anche con metodi "casalinghi".
Il rimedio del rame nei sottovasi è quasi inutile... (segue sotto)
4- Lotta agli adultiRisanamento Energetico promuove prima di tutto la prevenzione ben fatta: più efficace, meno costosa, meno dannosa per ambiente e salute.
La lotta agli adulti può essere di tipo passivo od attivo.
-In quello passivo possiamo considerare i repellenti e le zanzariere. Risanamento Energetico consiglia l'uso delle zanzariere: efficaci, ecologiche, ed inoltre rendono possibile la ventilazione nottuna con casa fresca a costo zero.
-Quello attivo prevede l'eliminazione fisica del parassita. Oltre agli insetticidi, esistono delle trappole che attirano gli insetti in vari modi, come luci, sostanze odorose, emissioni di anidride carbonica e vapore acqueo, etc. (segue sotto)

Ambiente ostile
L’ambiente deve essere ostile non solo per quei pochi adulti che capitano a tiro, ma per tutti. La prima cosa da fare è “terra bruciata” per i luoghi riproduttivi. Eliminare i ristagni d’acqua, anche quelli più piccoli: anche un piccolo barattolo con 2 dita è un focolaio formidabile. Poi: sottovasi, secchi, bottiglie, teli di nylon… Tutto ciò che può contenere acqua deve essere gestito in maniera adeguata. Se non è evitabile il ristagno, svuotarlo almeno ogni 5 giorni (o vedere sotto “Lotta alle larve”).
Nei sottovasi è possibile, invece, mettere della sabbia, che impedisce l’insediamento delle larve. La quantità di acqua che verrà contenuta dal sottovaso sarà di meno, circa la metà, ma in compenso manterrà le radici al giusto grado di umidità molto più a lungo, visto che la sabbia impedirà all’acqua di evaporare (la sabbia si può acquistare a basso costo nelle rivendite di materiali edili). Si potrà anche lasciare qualche millimetro di acqua sopra la sabbia, le zanzare vi deporranno le uova, ma quando l’acqua scenderà sotto il livello della sabbia, le larve comunque morranno.
Nei chiusini si possono mettere anche delle zanzariere a perfetta tenuta, che impediranno la deposizione delle uova. Unico inconveniente è che occorrerà tenerle pulite nel caso servano per le acque piovane.
Negli spazi di acqua più ampi, come fontane, laghetti, serbatoi o altro, in alternativa o in aggiunta al larvicida, si possono mettere dei pesci: vanno bene i pesci rossi ma sono migliori le piccole “Gambusie”: questi agili pesciolini sono gli efficienti predatori naturali delle larve di zanzara!
Spazi esterni puliti ed ordinati, erba tenuta corta e vegetazione curata  riducono  l’ospitalità  dei luoghi, ma  il fattore primario resta l’acqua!

Lotta alle uova
Un sistema semplicissimo e a costo zero, è l’intercettare la deposizione delle uova per poi distruggerle. Soprattutto se non ci sono altri ristagni, questa strategia intercetta gran parte delle deposizioni. E’ specifica per la zanzara tigre e si pratica con la “ovitrappola”, detta anche ovotrappola o trappola da ovo deposizione. E’ diretta all’inizio della catena riproduttiva, e può essere molto più efficace della lotta agli adulti (che è tossica, costosa e dagli esiti limitati nel tempo). Occorrono 1 o 2 mesi per vedere i primi risultati, e, per la massima efficacia, andrebbe cominciata ad inizio stagione, non appena la temperatura sale sopra i 15°C (generalmente febbraio/marzo).
Necessario: servono solo dei piccoli recipienti, possibilmente neri (o dipinti in nero).
Funzionamento: Si mette il recipiente a terra riempito per 3/4 di acqua semplice e lo si lascia li. Poi, se del tipo più semplice, lo si svuota IN TERRA (non nei tombini!) AL MASSIMO ogni 5 giorni (per semplicità diciamo 2 volte a settimana), altrimenti il ciclo riproduttivo continua e potrebbero nascere le zanzare! Si aumenta l’efficacia mettendo nell’acqua un pizzico di erba tagliata o di foglie stropicciate (decomponendosi producono batteri che sono il cibo per le larve, e la zanzara istintivamente preferisce un acqua che contenga cibo per le larve). Altra soluzione, ancora più efficace, inserire qualche chicco di riso cotto (non tutte le ovitrappole sono idonee all’inserimento di parti solide, come ad esempio le “brasiliane”, col tulle sul collo) o l’acqua di bollitura di riso, pasta, o altri cereali, anche preparata all’uopo (bastano pochi chicchi per trappola).
La zanzara viene attratta dal colore scuro, e dall’acqua stagnante.  Giunta sulla trappola, essa deposita le uova. Svuotando il recipiente in terra, all’asciutto, o innaffiandoci le piante, le larve della zanzara muoiono prima di aver completato il ciclo e non generano altri insetti. Le trappole andrebbero preferibilmente poste in prossimità di zone ricche di vegetazione, all’ombra.
Altre versioni  di ovitrappola prevedono l’impiego di retine che permettono la caduta delle uova, ma impediscono la risalita delle larve. Il vantaggio è solo nel fatto che possono essere lasciate incontrollate, in quanto le zanzare nate li, non potranno comunque uscire ad infestare l’ambiente. La terza nella foto qui di seguito, è stata auto-costruita con una bottiglia tagliata in due e riassemblata con nastro adesivo a testa in giù. Nel collo è stato fissato del tulle, grande per le uova ma troppo piccolo per le larve che concluderanno lo sviluppo intrappolate nella bottiglia.

Note: Se ci sono tracce di sostanze chimiche (colla, vernice, saponi, ecc), o peggio insetticidi (es. se è stata fatta una disinfestazione e le ovitrappole si sono contaminate) questo può ridurne l’efficacia. Un’ovitrappola nuova è comunque meno efficace perché pulita. Non ha il proliferare di microorganismi vari che costituiscono il cibo per la larva e che la zanzara “assaggia” prima di deporre.
Per la posizione, la migliore è all’ombra e vicino al suolo.
Ricordare che le sole ovitrappole da sole servono poco. La lotta alle zanzare tigre è efficace se fatta agendo a più livelli. E coinvolgendo anche il vicinato per l’eliminazione dei focolai di infezione.

Cliccare sul link   qui: Ovitrappola, per scaricare le istruzioni per le ovitrappole. Diffondere è nell’interesse comune.

Tipi di ovitrappola

Tipi di ovitrappola. Da sinistra a destra 4 autocostruite (notare la prima) ed una commerciale (la quinta)

Insomma le ovitrappole inizialmente utilizzate solo per un controllo statistico della popolazione degli insetti, ora sono diventate un vero e proprio mezzo di lotta, efficace, soprattutto se utilizzato in sinergia con altri metodi, ecologico e a basso costo.

E l’evoluzione dei modelli continua.

Tra le altre cose ora iniziano ad essere disponibili anche compresse da addizionare all’acqua delle ovitrappole per accrescere la proliferazione batterica presente e rendere quindi  l’ambiente più adatto alla ovoposizione, e quindi in grado di intercettare un numero sempre maggior di uova.

 

Ovitrappola aqualab

Ovitrappola commerciale senza manutenzione di recente ideazione

Lotta alle larve
Nei luoghi dove non è possibile prosciugare l’acqua almeno ogni 5 giorni, è possibile intervenire con successo distruggendo le larve ivi presenti.
Questo è il trattamento necessario per i tombini, caditoie, etc.
Sembra incredibile, ma quasi nessuno nota il tombino, o la grata, davanti la porta di casa dal quale escono magari decine di migliaia di zanzare a stagione, spesso occorre mostrarglielo! Quindi guardate con calma e attenzione.
E’ un trattamento efficacissimo. Se non ci sono altri ristagni d’acqua nelle vicinanze (es. sottovasi, recipienti incustoditi, etc.) il risultato è eccellente!

Il trattamento è possibile con larvicidi, ma anche con metodi “casalinghi”.
Per i larvicidi esistono delle compresse o delle gocce liquide, da inserire  mediamente ogni 15 giorni (a meno di piogge persistenti che dilavino il prodotto). Sono economici, soprattutto nelle confezioni più grandi (es. 100 compresse) e non pericolosi. Non sono veleni ma sostanze che agiscono sulle larve di zanzara. Esistono anche larvicidi biologici che utilizzano un batterio, il Bacillus Thuringiensis, letale per le larve e innocuo per altri insetti, animali e piante. Prodotti commerciali a base Bacillus thuringiensis sono : Delfin, Dipel, Rapax e Wormox (Intrachem), Teknar HP-D, Biolarkim, etc.).

Larvicidi

Larvicidi in compresse. In un chiusino piccolo può bastare 1/2 o 1/4 di compressa.

I rimedi casalinghi, che alla lunga costano però di più dei larvicidi, e possono anche essere dannosi per l’ambiente se mal utilizzati, possono essere (qui riportati solo per informazione, ma sconsigliati):

– Sapone per piatti: rompe la tensione superficiale dell’acqua ed impedisce alle larve di restare a galla per respirare. Muoiono affogate nel giro di poche ore. Diluire all’1 % (circa 1/2 bicchierino per tombino).

– Candeggina: è un veleno letale. Distrugge uova e larve. Dannoso per altra flora e fauna. Diluire 1,5% (circa 1/2 bicchiere per tombino).

– Acqua bollente: utilizzare la dose sufficiente a portare la temperatura del ristagno ad almeno 50°C, dove le larve muoiono (attenzione ai chiusini in materiale plastico).

– Olio alimentare: si posa sulla superficie dell’acqua ed impedisce alle larve di respirare. Muoiono per asfissia. Dosaggio dipendente dalla superficie e non dalla quantità. Per un tombino 40×40 basta circa 1/2 bicchiere.

– Rame: da evitare! Il rame ha rilevanti effetti letali sulle larve di zanzara solo in quantità  elevate: oltre i 20 grammi per litro d’acqua, quindi proponibile solo per i sottovasi. In dosi elevate è velenoso per l’ambiente. Quando si ossida perde di efficacia e va sostituito. Come rimedio è, quindi, quasi inutile.


Effetto del sapone per piatti usato come larvicida. Le larve non riescono a restare attaccate alla superficie.

Lotta agli adulti
Risanamento Energetico promuove la prevenzione ben fatta: più efficace, meno costosa, meno dannosa per ambiente e salute. Da sola costituisce almeno un 80% dei risultati. A che serve uccidere gli adulti (e una moltitudine di altri insetti, magari utili) quando c’è nelle vicinanze un focolaio riproduttivo che ne sforna una moltitudine ogni giorno? Una disinfestazione grossolana, inoltre, potrebbe addirittura uccidere i nemici naturali delle larve di zanzara, portando nel tempo ad un peggioramento notevole della situazione.
La lotta può essere di tipo passivo od attivo.
-In quello passivo possiamo considerare i repellenti e le zanzariere. Risanamento Energetico consiglia l’uso delle zanzariere: efficaci, ecologiche, ed inoltre rendono possibile la ventilazione notturna con casa fresca, e se ben isolata rimane fresca anche di giorno, a costo zero.
I repellenti naturali come aglio, citronella (pianta della famiglia dei gerani), basilico, etc. hanno un efficacia limitata.
-Quello attivo prevede “l’eliminazione fisica” del parassita. Oltre agli insetticidi, esistono delle trappole.
Sconsigliamo quelle a semplice lampada UV e alta tensione. Poco efficaci per la zanzara nostrana, sono perfettamente inutili per la tigre (che essendo attiva soprattutto di giorno non è affatto attratta dalla luce UV usata da questo tipo di lampade) .
Se proprio volete usare delle trappole per la tigre, evitate a priori quelle con lampade UV, e interessatevi a quelle specifiche ad aspirazione: pur non essendo la soluzione totale, danno dei buoni risultati. Soprattutto se usate in sinergia con le altre metodologie qui descritte.
Per esempio piccole trappole ad aspirazione usano un attrattivo (emula l’odore e le sostanze della pelle umana) che attira le zanzare  nelle vicinanze di una ventola dalla quale  vengono aspirate, trattenute, ed in poco tempo disidratate.
Trappole più grandi usano, oltre agli attrattivi, anche generatori di anidride carbonica e vapore acqueo, simulando così la respirazione di un grosso mammifero.
Qualunque sia la trappola scelta, ricordate che è un coadiuvante, e che da sola fa poco!
Per quanto riguarda i predatori naturali, questi sono più idonei alla lotta larvicida (es. pesci). Per la lotta agli adulti, si parla spesso di pipistrelli, che possono essere attirati nei luoghi da proteggere con l’installazione di “Bat Box”, ossia delle “casette per pipistrelli” a loro adatte e nelle quali questo piccolo mammifero può insediarsi. Purtroppo è un mito, almeno in parte, da sfatare. Nel caso delle zanzare la loro utilità è comunque limitata, come dimostrato anche da alcuni test. Inoltre per quanto riguarda la zanzara tigre, basta pensare che il pipistrello è un animale notturno, mentre la zanzare tigre è attiva soprattutto di giorno. A voi le conclusioni. L’installazione di una o più “Bat-Box” è comunque una buona idea, sia perché il pipistrello ha comunque un suo ruolo nella lotta agli insetti, sia perché essendo esso un animale a rischio di estinzione, questa iniziativa ha una sua valenza ecologica.

Batbox

Una casetta per pipistrelli (Bat Box) montata sotto ad un balcone

La “Bat Box” può essere acquistata già fatta oppure auto costruita: basta assemblare una scatola, con una forma approssimativamente come quella della foto qui sotto,  con una stretta fessura di entrata (rivolta verso il basso) alta 2,5-3 cm e con dimensioni di 20-30 cm di larghezza e 30-40 cm di altezza.

Se fosse proprio necessario si potrà anche eseguire una disinfestazione, anche essa da interpretare comunque come un coadiuvante, da soli con pompa a spruzzo, o tramite professionisti seri e preparati (non sono tutti uguali). Se seguirete queste metodologie, sarà necessaria una disinfestazione più blanda, meno frequente, e con risultati migliori.

Le trappole per adulti in dettaglio.
Esistono, come dicevamo, vari tipi di trappole. Quasi sempre la pubblicità le raffigura come la soluzione definitiva per le zanzare, con foto ritraenti famigliole felici e serene all’aria aperta… Ma non è cosi. La trappola da sola fa poco, anche se può essere un valido aiuto. Certo che se i vicini sporcaccioni allevano larve a casa loro, le zanzare che catturerete saranno quelle che provengono da li…
Alcune trappole integrano l’emissione di anidride carbonica (CO2), altre no. Nei modelli sprovvisti, si può integrare comprando delle bombole con riduttore, abbastanza costoso e scomodo. Oppure con un metodo  “fai da te”, che consiste nel  mettere in una tanica (mediamente 5-10 litri) acqua, zucchero (150 grammi x litro) e lievito di birra (5 grammi x litro), e collegarla poi con un tubicino inserito in un foro nel tappo, all’ingresso della trappola stessa. La fermentazione del lievito produrrà CO2 in piccola quantità (circa 1/5 o 1/10 di quella prodotta dalle grandi trappole) per 7-10 giorni, incrementando le catture degli insetti ematofagi. Un esempio di questa implementazione è visibile nella foto della trappola fotocatalitica qui sotto.

La classica lampada ad UV (ultravioletti) con retina ad alta tensione non verrà nemmeno presa in considerazione. Serve un poco solo per la zanzara nostrana, e fa più che altro strage di altri insetti notturni.
Le trappole che iniziano ad essere efficaci sono quelle ad aspirazione.

Trappola fotocatalitica:

Un tipo di trappola fotocatalitica

Un tipo di trappola fotocatalitica. (La tanica che si vede sotto è per l’anidride carbonica)

Uno dei modelli più diffusi è la trappola di tipo fotocatalitico.
La luce ultravioletta che contiene, colpendo una superficie interna rivestita di biossido di titanio, genera CO2 (anidride carbonica) e vapore acqueo, che fungono da attrattivo. Peccato che le quantità prodotte siano molto basse.
Esistono anche delle  bustine di attrattivi a base di acido lattico e di altre sostanze normalmente presenti sulla pelle umana che, appese fuori o dentro la trappola, ne aumentano l’efficacia.
Integrando la trappola con CO2 da altre fonti si aumenta ulteriormente la sua efficacia. Le lampade ad UV dovrebbero, in teoria, essere sostituite ogni anno per mantenere la trappola bene efficiente.
Questa tipologia di trappola è abbastanza efficace per la zanzara comune, ma lo è molto poco per la tigre.
Dichiara una copertura di 100mq.

 

 

Trappola specifica per la tigre:

Trappola specifica per la zanzara tigre.

Trappola specifica per la zanzara tigre.

Una delle trappole a costo relativamente contenuto specifiche per la tigre è la “Mosquitaire”, che si vede nella foto sotto. Tale trappola fa leva sul richiamo visivo (la sua particolare forma) e su quello olfattivo (la presenza al suo interno di un tampone, della durata di 2 mesi circa, che contiene un mix di sostanze attrattive specifiche per la zanzara tigre).  Non prevede l’emissione di CO2, ma ci sono diversi modi per integrarcela, come ad esempio quelli sopra citati, aumentandone così l’efficacia, anche verso la zanzara comune. Dichiara una copertura di 200mq.

Trappole per grandi estensioni:

Trappola per grandi estensioni

Trappola per grandi estensioni. Con bombola di gas per la CO2.

Prevedono sempre l’utilizzo di anidride carbonica, oltre ad attrattivi di tipo odoroso.
La CO2 viene ottenuta dalla combustione di propano o GPL, che genera anche vapore acqueo, oppure da bombola dedicata di CO2 (un po più complessa e costosa per la ricarica).
L’elevata mole di attrattivo generato fa si che richiami le zanzare da una distanza più grande rispetto a quelle delle sorelle minori. A seconda dei modelli, si dichiara una superficie coperta fino a 6000 mq (poco realistico, soprattutto in caso di vento).
Va da sé che il costo di gestione è più alto in questa tipologia. Mediamente il consumo di GPL è intorno ai 0,5 Kg al giorno, al quale bisogna aggiungere il costo delle cartucce di attrattivo.