Climatizzazione. Ridurre il consumo.

Sono possibili diversi modalità di intervento, quasi sempre su più fronti.

IL RISANAMENTO ENERGETICO IN 3 PASSI
1 - Ridurre le dispersioniAttraverso soluzioni specifiche e materiali idonei. Intercapedini: riempite o rivestite con materiale isolante e spazi vuoti ridotti al minimo, oppure, in alternativa, isolanti applicati esternamente e/o internamente o una combinazione di questi elementi. Doppi vetri riempiti con gas inerte. Controllo temperatura.
2 - Migliorare l'efficienza Attraverso una migliore progettazione e realizzazione. Utilizzo di soluzioni specifiche ottimali, come sistemi a pompa di calore o caldaie a condensazione.
3 - Ottimizzare la gestioneAttraverso l'impiego intelligente delle risorse, con modalità ottimali. Utilizzo di più termostati o valvole termostatiche o elettrovalvole per il controllo a distanza. Utilizzo di timer per l'attivazione. O meglio di cronotermostati o sistemi intelligenti (domotica).

1) Ridurre le dispersioni. Isolare opportunamente le pareti confinanti con l’esterno (anche la scala condominiale) . Nel caso di edifici in costruzione occorre prevedere uno spesso strato continuo e senza fessurazioni di materiale isolante: a titolo di esempio 8 cm costano poco e per la regione media italiana possono andar bene.

Nel caso di costruzioni già terminate ci sono tre tipologie di intervento possibili:
– Si può iniettare del materiale isolante nelle intercapedini (se presenti), come schiuma, granuli di sughero, grani di perlite, grani di polistirolo, etc. (evitare materiali relativamente “pesanti” come argilla espansa: il peso accumulato alla base può provocare il cedimento della base delle mura!).
sheep3– Se l’intercapedine non è presente si può utilizzare del cartongesso preaccoppiato a del polistirene espanso sinterizzato (a contatto col muro il polistirene e all’interno della stanza una liscia parete di cartongesso), che tra l’altro è anche una discreta soluzione, rapida ed economica, per l’isolamento acustico tra ambienti ed appartamenti confinanti.
– Altra soluzione per le pareti è la realizzazione di un sistema “a cappotto”, da applicare sui muri esterni (vedere la sezione “coibentazione”)
Per le finestre utilizzare doppi vetri, si , ma con gas inerte all’interno (ad esempio gas argon). Per esempio, quando un vetro da finestra normale disperde circa 4W, un doppio vetro ne disperde 3, un doppio vetro con gas inerte circa 1.2, quasi 1/3 in meno!!! La differenza di isolamento è notevole, ed altrettanto notevole è il risparmio energetico derivante, mentre il prezzo varia davvero di poco (si ripaga da solo in mezza stagione…). Peccato che gli “addetti ai lavori”, come anche i venditori, spesso ignorino completamente l’esistenza di questa possibilità!

2) Migliorare l’efficienza dei sistemi di climatizzazione o di solo riscaldamento. Ad esempio in regioni con temperature medie invernali superiori ai 5° può risultare conveniente utilizzare una pompa di calore (sistema elettrico). In regioni con clima più rigido, o una pompa di calore a serpentina interrata (detta impropriamente “geotermica”) oppure una caldaia del tipo a condensazione. Entrambi questi sistemi hanno un rendimento tanto maggiore quanto minore è la temperatura di esercizio.

3) Ottimizzare la gestione. L’utilizzo di pochi accorgimenti, la razionalizzazione dell’utilizzo, sono elementi a costo zero capaci di produrre un grande risparmio energetico.
In questo caso rientrano fattori come ad esempio:
– La scelta di temperature adatte. Un fresco da casa in montagna in estate e un moderato tepore in inverno sono più salutari ed economici. Abbigliamento di stagione in casa.
– La gestione intelligente degli impianti, come ad esempio escludere il riscaldamento nelle zone non abitate.
– Anticipare con tempismo le azioni necessarie, ad esempio, se si deve uscire, anticipare lo spegnimento dell’impianto.

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Valvola termostatica con temporizzatore

Sempre per la gestione, un sistema poco costoso da aggiungere a impianti preesistenti, anche centralizzati è quello della valvola termostatica. Si tratta di una sorta di termostato che interviene parzializzando o chiudendo la mandata di acqua calda al radiatore (e dirottandola ad altri dove invece serve) quando la temperature nell’ambiente raggiunge il valore impostato. In questo modo la regolazione della temperatura è precisamente quella desiderata in ogni stanza ed in ogni momento della giornata, chiudendo il radiatore quando non serve che continui a scaldare e portando ad un risparmio considerevole. Il loro montaggio è relativamente semplice.

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Valvola termostatica semplice

Un altro tipo di valvola termostatica, che permette non solo la regolazione della temperatura, ma la sua variazione in automatico a seconda dell’orario e del giorno della settimana, è quella programmabile, con display digitale, o anche detta a cronotermostato. A differenza della precedente, permette l’ottimizzazione intelligente del riscaldamento, aumentando il risparmio. Non sarà più necessario intervenire manualemente su ogni singola valvola.
I sistemi più avanzati, permettono anche un controllo a distanza wireless, in grado di poter impostare e comandare tutte le valvole del sistema, da un solo punto di controllo. Questo rende possibile la disattivazione parziale o totale del sistema in caso serva (es. durante l’arieggiatura).
Il display, a volte retroilluminato, rende facli e precise le impostazioni. Si possono spesso impostare modalità automatiche come giorno, notte, comfort, risparmio, festivi, vacanze, antigelo, ecc. La programmazione può essere anche basata su 7 giorni, per impostare il riscaldamento giorno per giorno.
Sono generalmente alimentabili con comuni batterie che durano 1 o 2 anni.

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Valvola termostatica con temporizzatore

Climatizzazione estiva
Per quanto riguarda la climatizzazione estiva (raffrescamento) occorre tener presente che, a parità di differenza tra temperatura esterna ed interna, la quantità di energia richiesta è superiore a quella necessaria per l’inverno a causa di diversi fattori. Esistono cioè fonti “extra” di calore che andrà comunque smaltito. Tra queste:

a) Il calore latente presente nell’umidità che viene “condensata” dal climatizzatore. Così come l’acqua (e tutti gli altri liquidi) assorbe energia sotto forma di calore quando evapora, allo stesso modo, condensando, cede il calore che aveva assorbito evaporando. Questo calore viene assorbito dal climatizzatore che lo dovrà comunque smaltire.
Si può intervenire su questo fattore limitando i ricambi d’aria allo stretto necessario (l’aria va comunque rinnovata). Insieme all’aria nuova si introduce anche altra umidità da far condensare e calore da smaltire

b) Il calore che viene irradiato all’interno attraverso i vetri (sia se illuminati direttamente che indirettamente dalla luce solare). Tenere le finestre in ombra e magari abbassare parzialmente le tapparelle (o anche del tutto in ambienti ove non si sta soggiornando). Le tende alle finestre servono poco e niente. Ottimi anche i vetri a bassa emissività, che riflettono la radiazione infrarossa (la componente termica della luce).

c) Il calore prodotto dalle persone presenti all’interno.
Se non siete degli asociali non è una strada agibile, e comunque il consumo extra è relativamente modesto.

d) Il calore prodotto dai dispositivi elettrici presenti all’interno. Questa voce è interessante, perchè fa capire come il consumo extra di dispositivi con una classe energetica bassa venga addebitato comunque  sulla bolletta elettrica con un extra-consumo! Una volta per lo spreco de dispositivo (energia che viene dispersa sotto forma di calore), successivamente per smaltire questo calore all’esterno.

Se ad esempio avete una lampada alogena magari a luce indiretta (basso rendimento) avrete una fonte di calore di circa 500W (contro i circa 50W di lampade a risparmio energetico in una lampada diversa e con la stessa intensità luminosa) . Oltre i 450W di consumo in più (dispersi quasi totalmente in calore) occorrerà calcolare anche l’energia per smaltire il calore prodotto all’esterno, approssimativamente 150 W calcolando l’efficienza media di un climatizzatore. Quindi 650W contro 50W. Lo stesso vale per elettrodomestici a bassa classe energetica, come frigoriferi, forni, etc.

Altre risorse. Usare fonti energetiche innovabili quando possibile. Ad esempio pannelli solari per produrre acqua calda per uso sanitario. Costano poco e si ripagano in pochissimo tempo, generalmente in meno di 3 anni, dipendentemente dal consumo di acqua calda e dal sistema di produzione che vanno a sostituire. Vengono visti spesso come complicati apparecchi, in realtà si parte da sistemi anche semplici nella costruzione e nell’installazione.