WWF e Greenpeace: stop al carbone per la produzione di energia.
WWF e Greenpeace: stop al carbone per la produzione di energia.
Danno per clima, salute, economia
Il giorno 8 agosto 2013, la prima grande mobilitazione contro il carbone, ritenuto un danno per il clima, la salute e l’economia.
La Giornata mondiale contro la fonte fossile “piu’ inquinante” è stata scandita da “End the age of coal”, slogan per “spegnere” la fonte energetica “più sporca che ci sia”, a cui hanno partecipato anche il Wwf e Greenpeace.
A livello internazionale i segnali sulla lotta alle emissioni di CO2 (di cui il carbone viene ritenuto il primo responsabile) sono diversi e promettenti, ma in Italia se ne fa un uso ancora troppo alto, è stato ribadito duranmte la manifestazione. La richiesta è: “consegnare al passato una fonte energetica pericolosa per la salute e il clima”.
E’ stato ricordato che, nel nostro Paese, ci sono due delle 30 centrali a carbone “piu’ inquinanti d’Europa”, entrambe di proprieta’ dell’Enel: Brindisi sud, al 9 posto, e quella di Civitavecchia, al 14° posto, che complessivamente emettono 23 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. In Italia sono in funzione 13 centrali a carbone che nel 2010 hanno prodotto circa 39.734 Gwh, contribuendo all’11,6% del fabbisogno elettrico complessivo; hanno prodotto circa 35 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a oltre il 30% di tutte le emissioni del sistema elettrico italiano. A Civitavecchia Greenpeace ha organizzato una protesta contro l’uso del carbone: in mare, di fronte alla centrale termoelettrica, ha aperto un enorme striscione galleggiante di 1.500 metri quadri con la scritta “No al carbone, quit coal”.
Da una classifica fatta da Greenpeace sulle emissioni di CO2 dei grandi impianti nel 2012 nel nostro Paese risulta che la centrale Enel di Brindisi sud avrebbe emesso 12,2 milioni di tonnellate; a seguire c’è Torrevaldaliga nord con 10,4 milioni di tonnellate, al terzo posto c’è l’Ilva di Taranto con 10,3 milioni di tonnellate. Al quarto posto lo Stabilimento a Taranto di Taranto energia (7,5 milioni di tonnellate) e al quinto la Raffineria di Sarroch di Saras (5,9 milioni di tonnellate).
In Italia, osserva il Wwf, si sta ancora pensando di convertire a carbone la Centrale di Porto Tolle nel parco del Delta del Po, aprirne una nuova a Saline Joniche e ampliare quella di Vado Ligure. Il Wwf chiede che si accantonino i progetti di nuove centrali a carbone, e che si chiudano anche quelle già esistenti, cominciando da quelle più inquinanti.
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